
Call center, Ghirra (AVS) interpella il Governo: “Difendere il CCNL Tlc, basta dumping contrattuale”
Il futuro dei lavoratori dei call center torna al centro del dibattito politico. La deputata sarda di Alleanza Verdi e Sinistra, Francesca Ghirra, ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali per chiedere interventi urgenti a tutela degli operatori del settore, da anni alle prese con crisi occupazionali, dumping contrattuale e delocalizzazioni incontrollate.
La parlamentare richiama l’attenzione sulla sentenza del Tribunale del lavoro di Trani, che lo scorso 15 settembre 2025 ha condannato la società Network Contact per comportamento antisindacale, dopo la decisione unilaterale dell’azienda di applicare il CCNL Bpo in sostituzione del CCNL Telecomunicazioni (Tlc).
Una scelta che, secondo Ghirra, rappresenta “un precedente grave” e conferma i rischi derivanti dalla proliferazione di contratti “pirata”, stipulati con sigle sindacali minoritarie e meno rappresentative.
Un contratto peggiorativo
Nell’interrogazione, la deputata sottolinea come il contratto Bpo, firmato nel dicembre 2024 da organizzazioni sindacali e datoriali “comparativamente meno rappresentative”, introduca condizioni peggiorative rispetto al CCNL Tlc sottoscritto da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom.
Le modifiche comprendono — si legge nel testo — la riduzione dei permessi retribuiti da 104 a 48 ore annue, la diminuzione delle tutele per malattia, il taglio del periodo di comporto da 180 a 120 giorni, la scomparsa degli scatti di anzianità e l’eliminazione della clausola sociale nei cambi d’appalto. A ciò si aggiunge un aumento iniziale di appena 7 euro, a fronte dei 160-260 euro previsti nella trattativa del contratto Tlc.
Secondo Ghirra, tutto questo si traduce in “una corsa al ribasso” che colpisce un comparto con alta presenza femminile, concentrato soprattutto nel Centro-Sud e in aree economicamente fragili, dove gli appalti al massimo ribasso sono la regola.
“Un dumping contrattuale che riduce i costi a scapito dei diritti”, denuncia la deputata, ricordando che molte commesse pubbliche vengono gestite da aziende a partecipazione statale.
Il ruolo del Ministero e la rappresentatività sindacale
La parlamentare di AVS richiama anche la nota del Ministero del Lavoro diffusa dopo l’incontro del 24 aprile 2025 con le parti sociali e Asstel, nella quale veniva riconosciuta la necessità di una regolamentazione più chiara sulla rappresentatività sindacale e sulla validità dei contratti collettivi.
In questa direzione, Ghirra chiede al Ministro di garantire che il CCNL Tlc resti il riferimento di settore, assicurando così il mantenimento delle tutele conquistate dai lavoratori.
Verso una disciplina contro i contratti “pirata”
Nell’interrogazione, infine, si sollecita il Governo a valutare interventi normativi che definiscano in modo più stringente il grado di rappresentatività delle organizzazioni sindacali, per impedire la stipula di contratti peggiorativi e tutelare il principio di equità retributiva.
Il futuro dei lavoratori dei call center torna al centro del dibattito politico. La deputata sarda di Alleanza Verdi e Sinistra, Francesca Ghirra, ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali per chiedere interventi urgenti a tutela degli operatori del settore, da anni alle prese con crisi occupazionali, dumping contrattuale e delocalizzazioni incontrollate.
La parlamentare richiama l’attenzione sulla sentenza del Tribunale del lavoro di Trani, che lo scorso 15 settembre 2025 ha condannato la società Network Contact per comportamento antisindacale, dopo la decisione unilaterale dell’azienda di applicare il CCNL Bpo in sostituzione del CCNL Telecomunicazioni (Tlc).
Una scelta che, secondo Ghirra, rappresenta “un precedente grave” e conferma i rischi derivanti dalla proliferazione di contratti “pirata”, stipulati con sigle sindacali minoritarie e meno rappresentative.
Un contratto peggiorativo
Nell’interrogazione, la deputata sottolinea come il contratto Bpo, firmato nel dicembre 2024 da organizzazioni sindacali e datoriali “comparativamente meno rappresentative”, introduca condizioni peggiorative rispetto al CCNL Tlc sottoscritto da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom.
Le modifiche comprendono — si legge nel testo — la riduzione dei permessi retribuiti da 104 a 48 ore annue, la diminuzione delle tutele per malattia, il taglio del periodo di comporto da 180 a 120 giorni, la scomparsa degli scatti di anzianità e l’eliminazione della clausola sociale nei cambi d’appalto. A ciò si aggiunge un aumento iniziale di appena 7 euro, a fronte dei 160-260 euro previsti nella trattativa del contratto Tlc.
Secondo Ghirra, tutto questo si traduce in “una corsa al ribasso” che colpisce un comparto con alta presenza femminile, concentrato soprattutto nel Centro-Sud e in aree economicamente fragili, dove gli appalti al massimo ribasso sono la regola.
“Un dumping contrattuale che riduce i costi a scapito dei diritti”, denuncia la deputata, ricordando che molte commesse pubbliche vengono gestite da aziende a partecipazione statale.
Il ruolo del Ministero e la rappresentatività sindacale
La parlamentare di AVS richiama anche la nota del Ministero del Lavoro diffusa dopo l’incontro del 24 aprile 2025 con le parti sociali e Asstel, nella quale veniva riconosciuta la necessità di una regolamentazione più chiara sulla rappresentatività sindacale e sulla validità dei contratti collettivi.
In questa direzione, Ghirra chiede al Ministro di garantire che il CCNL Tlc resti il riferimento di settore, assicurando così il mantenimento delle tutele conquistate dai lavoratori.
Verso una disciplina contro i contratti “pirata”
Nell’interrogazione, infine, si sollecita il Governo a valutare interventi normativi che definiscano in modo più stringente il grado di rappresentatività delle organizzazioni sindacali, per impedire la stipula di contratti peggiorativi e tutelare il principio di equità retributiva.
“È urgente — conclude Ghirra — intervenire per fermare la deriva contrattuale e restituire dignità a migliaia di lavoratrici e lavoratori che tengono in piedi un servizio essenziale per cittadini e imprese”.
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