
- Cagliari, 03 Febbraio 2025 -
“Oggi purtroppo si realizza il sogno perverso di ogni azienda di essere parte e controparte. La mobilitazione di oggi fa emergere più che mai la necessità di una legge sulla rappresentanza sindacale che garantisca salari adeguati e diritti”.
È quanto dichiara Pierpaolo Secchi, Coordinatore Regionale Telecomunicazioni della Uilcom Sardegna, a proposito della manifestazione che si è tenuta oggi a Cagliari, dove un centinaio di lavoratori hanno manifestato contro la recente decisione di Assocontact di uscire dal contratto nazionale delle Telecomunicazioni e sottoscrivere insieme al sindacato CISAL un nuovo contratto destinato alla filiera dei call center.
Il contratto – che rischia di riportare indietro di 10 anni le lancette dei diritti dei lavoratori - prevede solo 7 euro di aumento, riduce del 50% le ore di permesso, prevede il progressivo azzeramento dell’indennità di malattia, riduce il comporto della stessa da 180 a 120 giorni, che elimina gli scatti di anzianità automatici, aggira le norme sul controllo a distanza e sostituisce la contrattazione sindacale con un comitato di lavoratori, ma soprattutto elimina la clausola sociale, ultimo baluardo di una continuità lavorativa che, in caso di cambio d’appalto non garantirà più né la territorialità delle commesse e neppure la stessa retribuzione.
“La palla ora passa ai grandi committenti – evidenzia Secchi -. Continueranno a dare in appalto i loro servizi ad aziende che non fanno altro che abbassare il costo del lavoro? Cosa farà ora Wind3, considerato quanto previsto dall’art.53 del CCNL? Come si comporterà Enel: terrà fede ai valori ed i pilastri dell’etica aziendale anche nel mondo degli appalti?
E Poste Italiane, terrà in considerazione il proprio regolamento etico “gare e contratti”? E Findomestic? Agos? Unipol? Compass? ALD Motive? Iren? Monte dei Paschi? Intesa San Paolo? E tutte le varie committenze, anche pubbliche, che registrano tra i loro fornitori le aziende che dal 1° febbraio applicheranno questo contratto?”.
“Oggi purtroppo si realizza il sogno perverso di ogni azienda di essere parte e controparte. La mobilitazione di oggi fa emergere più che mai la necessità di una legge sulla rappresentanza sindacale che garantisca salari adeguati e diritti”.
È quanto dichiara Pierpaolo Secchi, Coordinatore Regionale Telecomunicazioni della Uilcom Sardegna, a proposito della manifestazione che si è tenuta oggi a Cagliari, dove un centinaio di lavoratori hanno manifestato contro la recente decisione di Assocontact di uscire dal contratto nazionale delle Telecomunicazioni e sottoscrivere insieme al sindacato CISAL un nuovo contratto destinato alla filiera dei call center.
Il contratto – che rischia di riportare indietro di 10 anni le lancette dei diritti dei lavoratori - prevede solo 7 euro di aumento, riduce del 50% le ore di permesso, prevede il progressivo azzeramento dell’indennità di malattia, riduce il comporto della stessa da 180 a 120 giorni, che elimina gli scatti di anzianità automatici, aggira le norme sul controllo a distanza e sostituisce la contrattazione sindacale con un comitato di lavoratori, ma soprattutto elimina la clausola sociale, ultimo baluardo di una continuità lavorativa che, in caso di cambio d’appalto non garantirà più né la territorialità delle commesse e neppure la stessa retribuzione.
“La palla ora passa ai grandi committenti – evidenzia Secchi -. Continueranno a dare in appalto i loro servizi ad aziende che non fanno altro che abbassare il costo del lavoro? Cosa farà ora Wind3, considerato quanto previsto dall’art.53 del CCNL? Come si comporterà Enel: terrà fede ai valori ed i pilastri dell’etica aziendale anche nel mondo degli appalti?
E Poste Italiane, terrà in considerazione il proprio regolamento etico “gare e contratti”? E Findomestic? Agos? Unipol? Compass? ALD Motive? Iren? Monte dei Paschi? Intesa San Paolo? E tutte le varie committenze, anche pubbliche, che registrano tra i loro fornitori le aziende che dal 1° febbraio applicheranno questo contratto?”.