
- Sassari 23 Dicembre 2024-
Alla vigilia di Natale, una notizia ha scosso il mondo del lavoro e dell’editoria in Sardegna: la SAE Sardegna S.p.A., proprietaria del quotidiano regionale La Nuova Sardegna, ha annunciato l’apertura di una procedura per il trasferimento di ramo d'azienda ai sensi dell'art. 47 della legge 428/90. Questa operazione coinvolgerà una nuova società, la SAE Servizi Srl, costituita recentemente con un capitale sociale di soli 10.000 euro e controllata dal presidente Alberto Leonardis.
A partire da gennaio, 17 lavoratori saranno trasferiti alla nuova società senza che sia stato ancora fornito un quadro chiaro della futura organizzazione.
Non è stato presentato alcun piano industriale, né sono state date garanzie sui ruoli che i dipendenti andranno a ricoprire. La mancanza di chiarezza si aggrava ulteriormente considerando che, in futuro, altri 35 lavoratori del quotidiano Il Tirreno di Livorno, anch'esso parte del gruppo SAE, potrebbero essere trasferiti nella stessa società.
La situazione preoccupa profondamente i sindacati e i lavoratori. Durante il primo incontro sindacale del 17 dicembre 2024, il direttore generale della SAE Sardegna, Vito Nobile, non ha fornito garanzie occupazionali certe. Questo ha portato a temere che l'operazione sia un preludio a un ridimensionamento della forza lavoro, con conseguenze drammatiche per le famiglie coinvolte e per l'economia locale.
“Quella che l'azienda si appresta a portare avanti è una procedura che non è sostenuta da un vero piano editoriale. Ciò è molto pericoloso, perché mette a rischio il futuro occupazionale di 17 famiglie”, ha dichiarato Tonino Ortega, Segretario Generale della Uilcom Sardegna.
Un precedente preoccupante La SAE Sardegna ha già ridotto il personale negli ultimi mesi, con la chiusura del centro stampa e la cessione della commessa all’Unione Sarda, operazione che ha portato alla fuoriuscita di 13 lavoratori. Questa decisione segue una ristrutturazione precedente, avvenuta nel settembre 2023, che si sperava fosse risolutiva. Tuttavia, l'assenza di una strategia di rilancio condivisa continua ad alimentare l'incertezza tra i lavoratori.
In un'assemblea unitaria, i dipendenti de La Nuova Sardegna hanno espresso una forte preoccupazione per il loro futuro e per la salvaguardia della pluralità dell'informazione in Sardegna. La stessa preoccupazione è stata portata all'attenzione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alberto Barachini, durante un incontro recente.
Appello agli azionisti sardi I sindacati si sono rivolti agli azionisti sardi della SAE Sardegna S.p.A. – Fondazione di Sardegna, Abinsula e Impresa di Costruzioni Ing. Raffaello Pellegrini – chiedendo loro di intervenire per salvaguardare i posti di lavoro. “In un territorio già messo a dura prova dalle numerose crisi industriali e produttive, è fondamentale fare luce su questa operazione e garantire un futuro stabile ai lavoratori”, affermano i rappresentanti sindacali.
Un futuro incerto per l’informazione regionale La crisi de La Nuova Sardegna si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà nel settore editoriale, nonostante il quotidiano continui a generare utili e benefici delle misure di supporto statale. Tuttavia, l'assenza di una visione strategica da parte del gruppo SAE rischia di compromettere il ruolo del giornale come pilastro dell’informazione regionale e di aggravare le difficoltà sociali ed economiche di un territorio già fragile.
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