Cresce la tensione nel settore del customer care legato alle attività dell’universo Enel. Le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno infatti proclamato uno
sciopero nazionale per l’intero turno nella giornata del 9 gennaio 2026, coinvolgendo tutte le aziende interessate ai cambi d’appalto delle gare relative ai servizi di back-office e quality.
Al centro della protesta c’è la tenuta occupazionale dei circa 1500 addetti oggi impiegati in queste attività e il rischio concreto che il modello adottato per le nuove gare possa diventare un precedente applicabile anche alle prossime scadenze sul front-end, arrivando così a coinvolgere oltre 6mila lavoratrici e lavoratori impegnati nel customer care per l’ex monopolista energetico.
Le criticità dei nuovi appalti: esuberi al 35% e “clausola sociale” aggirata
Durante i numerosi incontri avuti negli ultimi mesi, i sindacati hanno più volte espresso “forti preoccupazioni” rispetto alle modalità con cui Enel e le imprese aggiudicatarie – in primis Accenture, coinvolta per i servizi di back-office e quality – stanno gestendo i cambi d’appalto.
Secondo quanto emerso, le nuove gare prevedono esuberi stimati attorno al 35% della forza lavoro complessiva. Per ottenere un punteggio premiale, le aziende avrebbero dovuto impegnarsi a ricollocare gli esuberi su attività diverse da quelle di Enel, ma senza danni per l’occupazione.
La realtà, denunciano Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, è ben diversa: invece di tutelare la continuità lavorativa e territoriale, gli aggiudicatari avrebbero proposto ricollocazioni a centinaia di chilometri, spesso in altre regioni non limitrofe.
Una mossa che i sindacati definiscono “un barbatrucco”, con la complicità della committenza Enel, finalizzato a scavalcare il principio di territorialità previsto dalla clausola sociale.
Un tentativo irresponsabile di scaricare sui lavoratori il costo dell’automazione
Per il 9 gennaio 2026 sono in programma presìdi e manifestazioni in tutte le sedi coinvolte, a partire dalla Direzione Generale di Enel in via Luigi Boccherini 15, a Roma. Intanto, le segreterie nazionali delle tre sigle sindacali hanno chiesto con urgenza un incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e annunciano che nei prossimi giorni chiameranno alla propria responsabilità sociale anche l’azionista pubblico di riferimento.
Una vertenza che può diventare un caso nazionale
La tensione tra sindacati ed Enel si inserisce in un quadro più ampio di ristrutturazione del settore, dove la spinta all’automazione – senza adeguate politiche di tutela – rischia di generare impatti significativi sul lavoro e sui territori.
Il 9 gennaio potrebbe dunque rappresentare non solo una data di protesta, ma anche un banco di prova politico e sociale per la gestione dei servizi in appalto e per il futuro dell’occupazione nel settore customer care in Italia.
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